lunedì 17 gennaio 2022

P...come Parroci

 Ne ho incontrati tanti fino ad oggi...

C'era il parroco della mia prima comunione... ricordo che balbettava quando spiegava le letture.

Poi c'è stato quello della mia infanzia e giovinezza...ci preparò alla Cresima a suon di segni rossi sui quaderni di catechismo, ogni respiro che non facevamo sottolineava la virgola sulla preghiera e, se si arrabbiava, volava uno scappellotto (ma nessuna mamma si era mai lamentata, probabilmente era anche quello un metodo educativo utilizzato in accordo con la famiglia! 🤫). 
Era invecchiato ed io ero cresciuta: l'avevo aiutato a riordinare i conti, a sistemare pagine su pagine di piccole cifre di vecchie Lire che aveva amministrato con cura e, quando mi sono sposata, aveva chiesto di essere messo a riposo, una sorta di pensione.

In seguito, nuova parrocchia: un parroco tutto d'un pezzo, "se avremo bisogno di aiuto in parrocchia le faremo sapere!"
Era stata una porta chiusa in faccia senza possibilità di replica, ma anche lui faceva del suo meglio ed è stato il solo a passare a benedire la mia casa in 35 anni: ha lasciato grandi fondi alla parrocchia quando si è ritirato dopo 25 anni di oculata gestione e una chiesa accuratamente ridipinta e risistemata...

Poi è arrivato il parroco dell'infanzia delle mie figlie più grandi: duro, severo, chiuso in sé stesso, decideva e andava avanti come se la parrocchia fosse solo casa sua e la gestione dei soldi della parrocchia, una sua prerogativa...aveva grandi sogni e spese talmente tanto che lasciò alla parrocchia meno di un terzo di quello che aveva trovato, una canonica con tante camere con bagno inutili e un oratorio ormai cadente...

Dopo era arrivato un parroco più giovane, forte, vigoroso: ci ricordava ad ogni messa che i suoi ex parrocchiani erano più bravi di noi, più generosi di noi, più...
Aveva un caratteraccio, impulsivo e irruento, ma in fondo aveva cura di tutti noi (tranne di chi proprio non riusciva a sopportare, ed erano parecchi 🤫), era un'anima buona con i difetti di un uomo scontroso.
Aveva sogni più grandi del precedente, ha costruito un oratorio che è, ancor oggi, grande solo per spesa e per estetica, ma poco funzionale alle esigenze della parrocchia.
Si comportava come se un consiglio pastorale eletto sui banchi della Chiesa e scelto tra la rosa di nomi che lui proponeva, lo autorizzasse a decidere ogni cosa, come se valutare i pro e i contro di tanti altri oratori, al fine di costruirne uno più funzionale, non avesse nessuna importanza.
Ha lasciato alla parrocchia un debito pari a quasi il doppio di tutto quello che il vecchio parroco aveva risparmiato in 25 anni...

Ed infine è arrivato lui: il parroco attuale. Pacato, pacifico, ma non troppo, a vederlo e sentirlo sembra un po' il papà buono di tante favole per bambini. Piace molto, infatti, ai bambini. 
Il lockdown ha bloccato anche lui a letto e la parrocchia (come centinaia di altre in Italia) si è trovata "abbandonata" nel momento del maggior bisogno. Piano piano, con l'aiuto di tanti parrocchiani e la mano divina, sta saldando i debiti e ne sta facendo di nuovi: per la canonica, per l'asilo parrocchiale... 

...e, alla fine, ho compreso...ognuno di loro è solo un essere umano, fragile come tutti gli esseri umani, a volte prepotente, a volte compassionevole, troppo spesso orgoglioso, desideroso di essere ricordato dai posteri, caparbio, raramente umile e mansueto come, d'altronde, quasi tutta l'umanità.
Frequentemente troppo solo o isolato per essere capito o per fare realmente parte della vita di qualcuno: ciò nonostante ciascuno si aspetta da loro qualcosa di "speciale", fosse solo una 'Parola' che solo pochi riescono a trasmettere...

Ora lo so: sono solo uomini che si sono messi in gioco con più o meno impegno, con più o meno convinzione: niente di più, niente di meno.

lunedì 19 aprile 2021

O come Otello

Era un uomo forte, temprato dal tempo e dalle intemperie...marinaio prima, capitano poi.

La vita non era stata facile per lui, aveva vissuto la seconda guerra mondiale e ne aveva vista la fine travagliata a bordo di una nave....narrava che il suo superiore fortunatamente disobbedì all'ordine di auto-affondarsi...e nella confusione della fine della guerra riuscì a tornare a casa sano e salvo...

La fame e la miseria di quei tempi, la vita in un'isola fuori da ogni rotta, l'avevano indotto a cercare fortuna nei viaggi d'oltreoceano...come marinaio...aveva risparmiato ogni lira...

Poi il matrimonio, la morte della madre ancora giovane, tre figli...tante soddisfazioni e tante pene...come per tutti ...e finalmente la pensione...ma la morte della moglie a soli 56 anni aveva lasciato un altro vuoto incolmabile dentro di lui....

Altri venti anni da solo, con le piccole, grandi gioie dei nipoti, le piccole soddisfazioni della vittoria della squadra del cuore o della partitella a carte tra vecchi amici...

Poi era arrivato lui, il male che si porta via tutti i ricordi: non riconosceva più i suoi figli, i suoi nipoti, la sua casa, il bagno, la camera, ogni piccolo atto quotidiano era come una nuova vetta da scalare...

L'ho incrociato per lungo tempo: prima come capitano sui mezzi di trasporto che mi portavano da casa a scuola e viceversa, poi come persona di famiglia acquisita...e la sua forza mi ha colpito...anche nella malattia...

Che Dio gli dia la pace che non ha avuto per lunghi anni nella sua vita terrena...arrivederci "Otello"!

domenica 21 febbraio 2021

N come No...

No, 

è la parola che oggi mi sento di dire a tutti voi che mi avete seguito tanti anni fa...aspettando che io continuassi le storie di belle persone che avevano incrociato la mia vita...

No,

non ne ho più avuto voglia perché troppo concentrata su me stessa...

No,

non è che non ne abbia più incrociate...semplicemente ho finto di non vedere...

No, 

nella vita nulla è semplice e per ricordarmelo c'è voluto il Covid19 a fare diventare impossibili cose prima banali... e a fare diventare possibili azioni e modi di lavorare prima irrealizzabili...

No, 

non credo di essere l'unica a vedere l'azzurro oltre il buio, non credo che tutto andrà bene, ma questo non significa che automaticamente io creda che andrà tutto male!

No,

ci sono tante persone che non seguono le regole, ma ce ne sono molte di più che le seguono...e grazie a loro si salvano un sacco di vite...

No, 

non sono perfetta, ma mi impegno al meglio che posso.

No,

non smetto di donarmi perché è ciò che so fare meglio, anche se può sembrare stupido....

No, 

continuo ad essere me stessa e quando mi è vietato essere debole...cerco di riprendere la strada con maggior forza.

No,

non intendo spiegare nulla a nessuno...solo ripartire per un nuovo viaggio..."lontano dagli errori e dagli sbagli che ho commesso"...

Con fiducia, tanta, perché un Dio così buono, non può certo abbandonarmi...e tutti i no diventeranno sì!



venerdì 22 dicembre 2017

M come...Mamma

...qui i luoghi comuni si sprecano...
...di mamma ce n'è una sola...cuore di mamma...i figli crescono, la mamme imbiancano...
Per prima cosa devo ringraziare quella che mi ha donato la vita e c'è sempre stata quando ho avuto bisogno di lei e quando mi allontano so che prega per me...GRAZIE MAMMA!
 Poi devo dire che ne ho incrociate tante nella mia vita, attente e scrupolose, invadenti ed ossessive, troppo preoccupate per l'esteriorità o affannate per le cose banali, serene e giocose, cupe e stanche, disponibili o egoiste, generose o avide, presenti o completamente assenti, coccolose o avare di abbracci,...una però mi ha colpito in particolar modo...
Partirò dal suo bambino perché non esiste una mamma se non c'è un figlio...
Il suo bimbo avrà avuto più o meno 5 anni ed era un meraviglioso bambino biondo, con gli occhi chiari, paffuttello e sorridente, di una simpatia contagiosa, aveva gli occhi leggermente a mandorla che sono tipici di chi ha un cromosoma in più e se ne stava steso su un letto d'ospedale in un reparto di pediatria vecchio e con un numero di posti letto insufficiente ad ospitare i piccoli pazienti.
In un reparto ormai al collasso con cinque letti in camere dove l'ossigeno era previsto solo per tre...dove gli armadietti si dovevano condividere, dove i genitori che facevano assistenza riuscivano a passare la notte a malapena su una sedia...questo essere eccezionale stava dentro una tenda d'ossigeno, non poteva avere contatti con gli altri bambini e non poteva uscire fuori da quello spazio angusto, ma aveva una mamma forte, coraggiosa e piena di idee...
Aveva inventato...quando i cellulari ancora erano un privilegio di pochi, il telefono che gli permetteva di giocare e chiacchierare con i bambini che gli gironzolavano attorno fingendo di trovarsi in luoghi distanti, concedeva a chi si avvicinava di trovare nuove strategie per relazionarsi con lui...aveva lasciato la sua poltrona per la notte (una delle poche del reparto concessa eccezionalmente a chi restava in ospedale per lunghi periodi) ad una bimba di 8 anni in reparto solo per pochi giorni che, con l'innocenza e la spontaneità tipica dell'infanzia, aveva subito avuto un feeling speciale con M. ed aveva cominciato a giocarci come se lui stesse in un treno e fosse in viaggio, come se lui avesse una casa speciale dove nessun altro poteva entrare e ridevano insieme e le loro risate erano contagiose e riecheggiavano squillanti in un luogo tanto deprimente...e lei, quella mamma speciale, era lì, attenta e silenziosa, monitorava il respiro di quel dono di Dio con la sapienza e la pazienza di chi ha maturato un'esperienza pluriennale in ricoveri...cercava di ascoltare e dare supporto a quelle mamme che entravano in ospedale in crisi di ansia per una banale influenza dei figli...era sempre sorridente e donava a tutti energia e serenità...
Una notte l'ho incrociata in corridoio, aveva gli occhi lucidi, era stanca e, come tutti gli esseri umani, aveva un momento di sconforto...non abbiamo parlato, solo passeggiato insieme in quel lungo corridio bianco, cercando ognuna di condividere il momento di infinita tristezza e di trasmettere all'altra nuova speranza...infine ci siamo abbracciate e non so che cosa sia rimasto in me di lei e in lei di me, ma so per certo che la sensazione è stata indimenticabile...
L'ultima volta che l'ho incontrata, più di venti anni fa, il suo bambino non era più sotto la tenda e, finalmente erano riusciti a trovargli una cameretta singola...ma lei continuava a cercare bambini che potessero continuare a farlo ridere, che giocassero con lui come se fosse un bambino come tutti gli altri...
...in realtà lui era un bambino diverso da tutti come tutti gli altri...forse era questo il segreto che la sua mamma conosceva e custodiva!

martedì 19 dicembre 2017

L come Lancillotto

...si narra sia stato uno dei più valorosi cavalieri della Tavola Rotonda, fedele servitore di re Artù...
Chissà se è realmente esistito o se tutta la storia è solo leggenda...eppure in questi giorni ho incontrato qualcuno che me l'ha ricordato...barba folta, capelli corti e neri, un modo di fare riflessivo e allo stesso tempo sbrigativo, un giovane come tanti altri, parla con uno slang quasi adolescenziale, riesce a entrare in contatto con adulti e bambini senza alcun problema, a volte ha paura di essere invadente e resta in disparte aspettando il momento giusto per intervenire o dialogare con ciascuno: ha scelto una strada difficile e per i nostri tempi quasi incomprensibile...
...qualcuno li definisce pazzi...innamorati di Dio e del Vangelo...altri non comprendono le motivazioni che li spingono...tanti giudicano senza conoscere...
Forse per questo mi ricorda Lancillotto: valoroso e fedele...due virtù che sembrano quasi introvabili...

domenica 17 dicembre 2017

I come Imprevedibile

Quando meno te l'aspetti, ti arriva un suo messaggio per offrirti un caffè e quattro chiacchiere.
Sembra che sappia leggere nei tuoi pensieri e veda le tue giornate no.
Ti offre un sereno abbraccio eppure tu sai che, dietro il suo sorriso, si celano le sue difficoltà...sai che la vita non è stata tenera con lei, sai che l'hanno buttata a terra più e più volte...ma sai anche che si è sempre rialzata ed oggi intuisce quando gli altri hanno bisogno di un coccoloso momento di stacco.
"Cioccolata calda? Un abbraccio?...intendo un biscotto, ovviamente!" ammicca con un sorriso complice e sornione quasi quanto il gatto che prende in braccio mentre fa altre cento cose e che non aspetta altro che le sue coccole dopo averne combinata un'altra delle sue...
Grazie Signore per averla posta sulla mia strada...anzi per averci poste entrambe sulla stessa "stradina"...

sabato 16 dicembre 2017

H come Helga

È una donna dell'est, capelli neri sciolti sulle spalle, occhi grandi ed espressivi, un sorriso semplice che trasmette serenità.
Ha un marito che, purtroppo, non lavora, dei figli, che stanno ancora andando a scuola; con tanta pazienza e impegno sono riusciti a comperare l'appartamentino dove vivono da anni.
La incrocio in bicicletta mentre va al lavoro o ci scontriamo tra gli scaffali del supermercato: non parla molto, ma il suo saluto accompagnato sempre dal sorriso dice chiaramente che conosce il segreto per essere felice...

lunedì 11 dicembre 2017

Nevica!!!

Proprio oggi che avevamo programmato un'uscita sulla neve con tutta la famiglia...dopo ore di discussione per accordarci sul dove e il come...tornando a casa abbiamo trovato il primo nevischio e, proprio davanti a casa, ci attendeva una bella nevicata abbondante!
Tanti anni fa, narrano gli anziani dei paesi del veneziano e del trevigiano, spesso la terra veniva ricoperta da un manto bianco per giorni.
Ora però non è più così da parecchi anni...il riscaldamento globale, l'inquinamento, l'effetto serra, la desertificazione che avanza, hanno contribuito al cambiamento climatico che tutti possiamo osservare...
...ma non è questo ciò di cui voglio parlare, ecco la riflessione che voglio condividere con voi...

Ogni bambino ama la neve: danzare tra i fiocchi di neve, giocare a tirare palle di neve agli amici o a costruire pupazzi, igloo, castelli o sculture varie con la neve, poi, nel periodo del Natale, la neve diventa sinonimo di magia, di sensazioni di pace, sembra amplificare il clima trasmesso dalla nascita di Gesù...e i bambini adorano svegliarsi il giorno di Natale con la città imbiancata e le orme di Babbo Natale e delle sue renne davanti alla porta di casa a comprovarne l'esistenza....
I ragazzi amano la neve perché finalmente possono saltare qualche giorno di scuola senza sentirsi in colpa o ricevere rimproveri,  possono nascondersi tra le coperte ed osservare dal letto l'effetto della bianca coltre sui giardini dei vicini, sulle strade, ovunque...possono permettersi di essere romantici senza problemi...
Gli adulti, nella maggior parte dei casi, non sopportano la neve: non lo fanno per motivi umanitari (c'è tanta gente che vive per le strade e la neve per queste persone è un problema aggiunto, quindi potrebbero odiare la neve per questo) né per questioni di ordine pubblico (la neve causa disagi nei servizi, blocca le strade, le scuole, il lavoro...)...no, io credo che moltissimi adulti abbiano perso ogni capacità di sognare, giocare, vedere la magia o essere romantici...e solo per questo non riescano più a comprendere la bellezza di un cristallo di neve...


sabato 9 dicembre 2017

G come Gian

Era un bravo ragazzo, impegnato in un'associazione che tutelava i bambini maltrattati...il ciuffo di capelli scuri, lunghi e lisci che gli nascondeva gli occhi azzurri, impediva a tutti di notare la profondità e la tenerezza del suo sguardo...solo in pochi avevano potuto approfittare delle rare occasioni in cui lui piazzava gli occhiali da sole come un cerchietto e lasciava libero il volto dai lineamenti dolci...
Frequentava l'università,  trascorreva il suo tempo libero a giocare coi bambini cercando di trasmettere loro serenità...spesso non riusciva a superare gli esami, si demoralizzava, ma finiva sempre a pensare ai mille motivi che aveva per essere felice...aveva una famiglia che lo amava e che lo aveva cresciuto responsabile e onesto, che lo lasciava libero di muoversi e di agire, che gli dava fiducia e sostegno...aveva degli amici con cui condivideva gli impegni nel sociale, si spendeva per gli altri ed era generoso con tutti...
Non aveva molta fortuna con le ragazze, forse a causa della sua innata timidezza o forse per il rispetto che nutriva per loro...non gli era ancora capitato di incontrare qualcuna che capisse che nelle sue maniere calme e pazienti si celava la dolcezza di chi sa attendere, di chi vuol scoprire l'altro a poco a poco, prima di "tuffarsi" in una relazione seria...tutte avevano pensato che lui non provasse interesse per loro, quando dopo i primi incontri non si era dichiarato e non le aveva baciate...
La sera frequentava i cinema dove proiettavano film impegnati e si fermava a discutere di questo o quel problema mondiale; di come fare per evitare certe ingiustizie...
Amava lo sport individuale che gli permetteva di riflettere e di pensare a se stesso..sciando, arrampicandosi sulle cime, correndo lungo il fiume...
Adorava le montagne d'inverno e d'estate....coi loro silenzi e le notti buie più stellate che altrove...
Quando ho sentito la sua storia...stava preparandosi per partire per il servizio civile internazionale e, nonostante avesse appena ricevuto l'ennesima delusione amorosa, trasmetteva una sensazione di serenità...

Mi auguro che abbia trovato l'Amore...se lo merita!



lunedì 4 dicembre 2017

F come. . . Floriana

Era la seconda di quattro fratelli, occhi neri espressivi, capelli corvini lisci lunghi...le piacevano la letteratura e l'arte...i suoi dipinti lasciavano gli altri senza parole, aveva imparato a suonare la chitarra e il pianoforte da autodidatta, amava danzare e cantare...si era iscritta all'università di danza, arte, musica e spettacolo...
Aveva conosciuto un gruppo di ragazzi a cui si era affezionata, erano suoi amici, trascorreva pomeriggi interi con loro dimenticandosi di studiare, di avvisare casa...
Usciva il sabato sera per andare a sentirli strimpellare nei locali, non erano cattivi ragazzi...solo ragazzi come tanti che si lasciavano trascinare da tanti altri...una sera le era capitato di vedere uno di loro steso per terra davanti ai suoi occhi, una crisi respiratoria in seguito all'assunzione di "non so cos'era"...così aveva dichiarato agli infermieri dell'ambulanza che l'avevano soccorso, mentre a lei ancora tremavano le gambe e si sentiva impotente per quello che era accaduto..."shock anafilattico per assunzione di sostanze stupefacenti" era stata la diagnosi...era quasi morto...
Infine si era innamorata perdutamente di uno di quegli amici, aveva lasciato a metà l'uni, aveva cercato lavoro in un call center...8-10 ore al giorno di lavoro tutti i giorni, lontano da casa, con solo un rimborso spese una tantum...e tante promesse non mantenute...lui non si era mai esposto, non aveva mai detto di amarla, lei aveva sofferto e alla fine, come in un film lei era scomparsa...via da quella città che non sopportava, lontana dalla famiglia che amava, ma  che le stava stretta, distante da lui e dai lavori ignobili proposti a ragazzini creduloni, a inseguire un sogno meraviglioso ammessa in un Accademia prestigiosa: era passata al provino a cui si era iscritta per sfida...ed ora aveva il sogno a portata di mano...
L'ho incrociata mentre ballava con il suo fratellino, era raggiante di felicità ed attendeva il treno che l'avrebbe portata un po' più vicina al suo sogno...
In bocca al lupo!!!

domenica 26 novembre 2017

E come Elettra

Era una bambina con grandi occhi azzurri e lunghi capelli biondi lisci che le ricadevano sulle spalle, sempre ordinati e puliti...frequentava la prima elementare e spesso era assente.
La mamma, abbandonata dal marito, con tre figlie a carico, asseriva che la piccola era spesso ammalata, fragile di costituzione diceva...
Le malelingue spettegolavano che, invece, la bimba restasse a casa per badare alla neonata figlia della sorella appena diciottenne e dell'attuale compagno della madre che viveva nell'appartamento in affitto assieme a loro...
Le maestre non ne sapevano nulla: lei era sempre sorridente, ma altrettanto silenziosa...
Un giorno la mamma arrivò, spiegò che il comune aveva assegnato loro una casa distante, ritirò la bimba da scuola, lasciò il compagno per cui non c'era spazio nel nuovo appartamento e nessuno seppe più nulla di loro.
La sua vita ha sfiorato la mia mentre riempiva lo zainetto prima di lasciare i compagni con cui non aveva mai legato perché era più matura della sua età e non conosceva nemmeno uno dei loro giochi...il suo sorriso con lo sguardo velato di tristezza parlava di solitudine e desiderio di serenità.

Mi auguro che abbia avuto l'infanzia felice che tutti i bambini meritano...

sabato 25 novembre 2017

Piove. . . governo. . .

Se non fosse che nell'antica Roma il sale era un bene così prezioso che i soldati erano pagati con questa sostanza in base ad un peso prestabilito (da qui il termine "salario"), e se non fosse che nei giorni di paga, quando pioveva, il sale si impregnava d’acqua con la conseguenza che pesando di più ne veniva distribuito di meno e quindi Roma ci guadagnava...e i "poveri" soldati imprecavano verso il governo...beh, se non fosse per tutto questo probabilmente la frase "Piove, governo ladro!" sarebbe senza senso!!! 

Riflettendo mi sono accorta che oggi, però, piove realmente: i tombini delle strade in molti paesi non riescono a ricevere l'acqua, la terra si trasforma in fango e scende sui pendii travolgendo ogni cosa, i terreni si inzuppano e i contadini non sanno se avranno un raccolto, comunque tutti continueranno a pagare le tasse sulle fognature, sulle case "sconvolte", sulle terre senza raccolto...

E questa cantilena, ripetuta dalla gente comune ogni volta che il cielo piange sulle nostre teste, continua ad avere senso!