domenica 26 novembre 2017

E come Elettra

Era una bambina con grandi occhi azzurri e lunghi capelli biondi lisci che le ricadevano sulle spalle, sempre ordinati e puliti...frequentava la prima elementare e spesso era assente.
La mamma, abbandonata dal marito, con tre figlie a carico, asseriva che la piccola era spesso ammalata, fragile di costituzione diceva...
Le malelingue spettegolavano che, invece, la bimba restasse a casa per badare alla neonata figlia della sorella appena diciottenne e dell'attuale compagno della madre che viveva nell'appartamento in affitto assieme a loro...
Le maestre non ne sapevano nulla: lei era sempre sorridente, ma altrettanto silenziosa...
Un giorno la mamma arrivò, spiegò che il comune aveva assegnato loro una casa distante, ritirò la bimba da scuola, lasciò il compagno per cui non c'era spazio nel nuovo appartamento e nessuno seppe più nulla di loro.
La sua vita ha sfiorato la mia mentre riempiva lo zainetto prima di lasciare i compagni con cui non aveva mai legato perché era più matura della sua età e non conosceva nemmeno uno dei loro giochi...il suo sorriso con lo sguardo velato di tristezza parlava di solitudine e desiderio di serenità.

Mi auguro che abbia avuto l'infanzia felice che tutti i bambini meritano...

sabato 25 novembre 2017

Piove. . . governo. . .

Se non fosse che nell'antica Roma il sale era un bene così prezioso che i soldati erano pagati con questa sostanza in base ad un peso prestabilito (da qui il termine "salario"), e se non fosse che nei giorni di paga, quando pioveva, il sale si impregnava d’acqua con la conseguenza che pesando di più ne veniva distribuito di meno e quindi Roma ci guadagnava...e i "poveri" soldati imprecavano verso il governo...beh, se non fosse per tutto questo probabilmente la frase "Piove, governo ladro!" sarebbe senza senso!!! 

Riflettendo mi sono accorta che oggi, però, piove realmente: i tombini delle strade in molti paesi non riescono a ricevere l'acqua, la terra si trasforma in fango e scende sui pendii travolgendo ogni cosa, i terreni si inzuppano e i contadini non sanno se avranno un raccolto, comunque tutti continueranno a pagare le tasse sulle fognature, sulle case "sconvolte", sulle terre senza raccolto...

E questa cantilena, ripetuta dalla gente comune ogni volta che il cielo piange sulle nostre teste, continua ad avere senso!

martedì 21 novembre 2017

D come Delusione...

Ieri l'ho vista negli occhi di decine di ragazzi al Recruiting Day del Centro per l'impiego...
Sì,  era nei loro occhi, nei loro volti, nelle parole pronunciate a bassa voce, nei loro silenzi...
Quanti altri ragazzi ogni giorno vengono convocati in luoghi in cui le aziende cercano personale...ed in realtà regalano solo un'effimera speranza in cambio di un cospicuo numero di curriculum pieni di informazioni su dei ragazzi alla ricerca di un sogno..?
Difficile spiegare a chi non lo vive sulla propria pelle...
Tempo fa l'ho vista nello sguardo profondo del figlio di un mio caro amico...i suoi genitori si stavano separando e lui non capiva, né poteva accettare che i "suoi adulti" di riferimento, non si comportassero più come adulti, ma come adolescenti...
Quanti altri ragazzi ogni giorno vedono le loro famiglie sfaldarsi, vivono divisi tra due case, col cuore in bilico cercando di non sbilanciarsi, ottenendo tutto ciò che chiedono apparentemente soddisfatti...ma in realtà vorrebbero solo una cosa così semplice...la loro famiglia che rispetta gli impegni e, responsabilmente, si prende cura di loro?
Difficile spiegare a chi non lo vive sulla propria pelle...
L'ho sentita nelle parole di una studentessa che tornava a casa dal liceo.
Le sue parole la riflettevano ingigantita a causa di un insegnante che non riesce ad essere imparziale, per dei compagni che continuano a suggerire al docente il comportamento da tenere, per un dirigente che permette che tutti siano equiparati: nessuna differenza tra chi si impegna e chi no...
Quanti altri ragazzi ogni giorno si sentono sottovalutati e rinunciano per sempre ai loro sogni per un voto ingiusto o un giudizio che li etichetta?
Difficile spiegare a chi non lo vive sulla propria pelle...
Oggi l'ho rivista nel volto imbronciato del bimbo che non aveva ottenuto ciò che desiderava al supermercato...ed era fortunatamente diversa...

mercoledì 15 novembre 2017

C come Carolina

C'era una volta la mucca Carolina...ops...
Scusate, ogni tanto si fa viva la nostalgia per il tempo in cui la mamma comperava i formaggini e noi raccoglievamo i punti per avere in cambio la mucca Carolina...una piccola mucca gonfiabile, bianca con le macchie nere, un gioco che oggi è superato, ne trovi mille simili nei negozi di cianfrusaglie italiani e asiatici ad un costo irrisorio e nessuno ci gioca più...
Sì, ma volete mettere la soddisfazione di aver raccolto voi i punti?
Non usavate i soldini della mamma...no, quelli li usava lei per comperare i formaggini...voi ci mettevate il vostro impegno nel mangiarli e nel mettere da parte i punti, nel farvi regalare i punti dagli amici e dagli zii, nello scambiare i punti con qualche piccolo lavoretto...e poi dovevate aspettare che la mamma spedisse la cartolina o la portasse al negoziante di fiducia e, infine, dovevate ancora aspettare finchè il pacco con il vostro agognato premio non arrivava a casa...ed era una giornata entusiasmante, giocavate fino a sera con questa cosa di gomma gonfiata alla bell'e meglio ed eravate dei bimbi felici...
Ultimamente mi capita raramente di vedere bimbi felici per così poco...ma proprio ieri ho visto una bimba con la camicia della mamma legata al collo fingere di avere il mantello di Superman e correre in tondo tutta gioiosa...mi è passata accanto ed ha risvegliato in me ricordi d'infanzia...

lunedì 6 novembre 2017

B come Bortolo

Era un ragazzino minuto, occhi neri profondi,  sempre attenti a quello che gli accadeva intorno.
Era tra i più piccolini della sua età,  a scuola (era ancora in seconda media) ci andava perché doveva, ma non gli interessava e non capiva proprio a cosa sarebbe potuto servirgli, aveva sempre avuto tanto da fare e studiare era veramente una cosa inutile...
Ogni pomeriggio, dalle 16 alle 18, dopo aver accompagnato il fratello di mezzo dagli amichetti, girovagava per la piazza, due partite al campetto e quattro chiacchiere con chi capitava, era buono, era amico di tutti...
Il suo sorriso sempre venato di tristezza lo faceva emergere tra i coetanei, era più maturo degli altri e non confidava a nessuno le sue pene...
La sua pelle olivastra rivelava le sue origini, proveniva da una delle regioni più povere del sud: sua madre si era trasferita al nord per lavorare quando lui, il più grande di tre aveva solo sei anni...toccava a lui accudire i fratelli e la casa quando lei non c'era...
All'inizio, spesso, stavano in un oratorio vicino fino a tardi e qualche ragazzino più grandicello portava loro qualcosa per cena...poi avevano cominciato a stare in casa quando la mamma non c'era e lui apparecchiava la tavola e aspettava che lei rientrasse.
Nelle due ore pomeridiane il più piccolino stava a casa di un'amica della mamma e lui era "libero"...
Il padre lavorava in proprio al suo paesello, ma sembrava non bastasse per allevare i figli, così la mamma era partita: sola, con tre figli, in cerca di lavoro, in cerca di un appartamento...e finora, in qualche modo, ce l'avevano fatta...
Lui aveva un debole per una bella ragazzina, ma era già troppo "grande" per non sapere che l'amore a dodici anni non è per sempre...così,  quando era arrivata la grande crisi e la mamma aveva perso il lavoro...si erano arrangiati per un po', poi avevano finito i soldi...e lui aveva salutato tutti...
La sua vita ha incrociato la mia alla stazione mentre, con tutta la famiglia, stavano salendo sul treno con armi e bagagli dicendo 'Addio'...

giovedì 2 novembre 2017

A come Alfredo

Beh, eccomi qua.
Per quanto riguarda il lavoro nessuna novità...
Oggi voglio iniziare a raccontarvi delle storie vere, storie di persone che ho incontrato, per un motivo o per l'altro, storie di tante persone diverse, storie che mi sono state raccontate...non importa chi sia realmente il protagonista, perché potrebbe essere chiunque.
A volte le nostre vite si incrociano e si sfiorano per caso,  altre volte si intrecciano e si aggrovigliano, in ogni caso, sempre, lasciano un segno nella memoria dell'altro, tutte diventano e restano parte del bagaglio che ci permette di essere quelli che siamo.
A tutti coloro che hanno incrociato la loro esistenza con la mia: grazie!
I nomi sono fittizi, le storie un pochino modificate possono essere quelle di un vostro amico, un vicino di casa, un ragazzino della strada...sono tutte ugualmente importanti...e tutte hanno una loro morale...basta cercarla!
Non pretendo di insegnare a vivere a nessuno...solo vorrei che qualcuno provasse a riflettere...
Comincerò dalla lettera  A...
A come chi volete voi...

Lui era un ragazzino di 17 anni solare e sempre sorridente...quel giorno tornato a casa da scuola (era gia in quarta superiore e se la cavava alla grande), aveva trovato i suoi che litigavano, sua madre piangeva, suo padre urlava, il suo fratellino era dai nonni fortunatamente...
Inizialmente non aveva capito cosa stesse accadendo...dai toni era chiaro che si trattava di qualcosa di importante...
Suo papà sbraitava che lui se ne andava a vivere "di là"...ma quel "di là" era il secondo appartamento della loro casa...quello che lui aveva sognato di usare tra qualche anno per andare a viverci con la sua ragazza...quello che i suoi nonni avevano aiutato a costruire...quello dove si mettevano i cambi di stagione, i giochi troppo "da piccoli", dove si facevano le feste con gli amici e i capodanni senza genitori...perché mai suo papà doveva andare a vivere "di là"?
Poi aveva cominciato ad ascoltare meglio e aveva capito: suo padre, quello che lui adorava, quello che l'aveva spinto a proseguire gli studi incoraggiandolo giorno per giorno, quello che aveva sempre una nuova idea su come e dove trascorrere una giornata serena tutti insieme, proprio lui aveva un'altra donna e non voleva più saperne niente di loro...
Li stava buttando fuori dalla sua vita...
Non aveva ascoltato altro quel giorno, un turbinio di emozioni l'aveva travolto e sconvolto, aveva visto sua mamma piangere fino a non avere più lacrime, aveva visto suo padre (poteva ancora essere degno di questo nome?...se ancora avesse avuto un senso) l'aveva visto prendere le proprie cose e uscire...aveva visto l'altra arrivare...
L'altra, una ragazzina 20 anni più giovane del suo "vecchio", carina, capelli lunghi sciolti sulle spalle (proprio come sua mamma), un seno prosperoso, due occhi da cucciolo smarrito...si era trasferita nel "suo" appartamento...
Lui aveva cominciato a mangiare meno, non riusciva a concentrarsi, non studiava più, non ascoltava più le lezioni...era stato bocciato...aveva lasciato la sua ragazza...
L'anno dopo aveva ricominciato ad andare a scuola per far felice sua mamma (che nel frattempo si era cercata un lavoro per mantenere i suoi figli)...ma piano piano aveva smesso di andarci, aveva smesso di uscire con gli amici, aveva smesso di fare qualsiasi cosa...si era chiuso in casa, senza parlare, senza rispondere, senza cellulare, senza pc, play station o televisione accesa...aveva comiciato a fissare il muro, la finestra e il mondo che scorreva oltre quella...e aveva deciso che a lui non interesava più nulla di nessuno ed era restato così per giorni, mesi, anni...
Quando la sua vita ha sfiorato la mia erano passati 8 lunghi anni e stava uscendo per la prima volta da casa...mèta prefissata: lo studio dello psicanalista...